"I campi di lavoro forzati non sono poi cosi' male. Ce ne hanno fatto visitare uno al corso di addestramento di base. Ci sono le docce, e letti con i materassi, e attività ricreative come la pallavolo. Attività artistiche. Si possono coltivare hobby come l'artigianato, ha presente? Per esempio, fare candele. A mano. E i familiari possono mandare pacchi, e una volta al mese loro o gli amici possono venire a trovarla - Aggiunse: - E si può professare la propria fede nella propria chiesa preferita.
Jason disse, sardonico: - La mia chiesa preferita è il mondo libero, all'aperto." (Philip K. Dick)

giovedì 5 maggio 2016

Braciole alla riscossa...



 
Già il titolo “Braciole alla riscossa” la dice lunga. Fosse stato “onnivori alla riscossa”, “buongustai alla riscossa” o “stronzi alla riscossa”, sarebbe stato più corretto e indovinato.

Temiamo che invece le braciole, nonostante l’attenzione a loro dedicata, non abbiano molto da dire in questa kermesse della Coldiretti (a Torino il 5 maggio 2016) che riunisce allevatori, industriali, ristoratori, commercianti e consumatori che, nella giornata di studio e lavoro, è di fatto un’apologia dell’allevamento, del barbecue e del consumo di carne in risposta e per arginare il crescente numero di vegetariani in Italia.



Chissà se durante la giornata di “lavoro”, dubbi personaggi ambientalisti come Pecoraro Scanio, nutrizionisti, esperti di spesa insostenibile (nasce la assurda figura di “Tutor della carne” per aiutarci a fare la spesa!!), industriali illuminati (illuminati dai soldi, dalla moda radical chic e dalla ambigua patina di affaristi attenti alla sostenibilità) come Farinetti di Eataly, alla presenza delle autorità locali e regionali (Fassino e Chiamparino), riusciranno nel loro ignobile intento di proteggere la schiavitù e l’uccisione degli animali che, ridotti in merce e pezzi di cibo, vengono magicamente trasformati in braciole felici, così felici da andare addirittura alla riscossa…

Indire una giornata nazionale della carne è come indire una giornata di festa in supporto di tutta la lunga e terribile filiera che produce, alleva, uccide animali ad un ritmo talmente alto da essere, oltre ad uno scempio etico, anche un dramma ambientale di proporzioni apocalittiche.

Chissà se durante la kermesse si parlerà delle  modalità oscene con cui gli animali vengono allevati, delle vergognose sovvenzioni per gli allevatori, del continuo aumento di produzione per la carne esportata, della quantità di terra rubata al pianeta per la produzione di foraggio e mangimi, del problema della resistenza agli antibiotici (il cui principale consumo è cosituito dall’uso in zootecnia).
Crediamo di no.

L’industria della carne, stimata complessivamente da J. Rifkin (economista di fama mondiale) la seconda a livello mondiale dopo quella del petrolio, ha bisogno di costante pubblicità per occultare la sua natura mortifera e mortale.

Se gli spot in tv, i manifesti sui tutti i muri del mondo, le tradizioni continuamente supportate e elogiate dai media non sono sufficienti a occultare le richieste del nascente movimento antispecista e frenare il cambio di usi e costumi dei consumatori occidentali, ecco che intervengono i servitori istituzionali e gli intellettuali venduti all’industria che mettono la loro faccia a cercare di difendere l’indifendibile.

Chissà se se la sentiranno di portare davanti al pubblico orgogliosamente carnivoro e goliardico dei patetici barbecue domenicali (per far arrivare la gente  in massa a Torino al Lingotto) qualche chianina da sventrare lì per lì, direttamente sul posto? Potrebbero magari dare a Fassino il coltello da macellaio per l’onore del taglio della giugulare e alle famigliole presenti, istruzioni accurate su come fare divertire i bambini con pratiche sane e istruttive tipo “Come tirare il collo alla gallina” o “Come uccidere il coniglio con un solo colpo”…

Del resto, se il numero uno di Federconsumatori si schiera decisamente in sostegno di allevatori e carne, un motivo ci sarà! Infatti di cognome fa Trefiletti…