"I campi di lavoro forzati non sono poi cosi' male. Ce ne hanno fatto visitare uno al corso di addestramento di base. Ci sono le docce, e letti con i materassi, e attività ricreative come la pallavolo. Attività artistiche. Si possono coltivare hobby come l'artigianato, ha presente? Per esempio, fare candele. A mano. E i familiari possono mandare pacchi, e una volta al mese loro o gli amici possono venire a trovarla - Aggiunse: - E si può professare la propria fede nella propria chiesa preferita.
Jason disse, sardonico: - La mia chiesa preferita è il mondo libero, all'aperto." (Philip K. Dick)

venerdì 24 aprile 2015

Beretta: la morte perfetta (sul nuovo sponsor di expo)



Immagine: suicidefood.blogspot.com

Beretta: la morte perfetta

(sul nuovo sponsor di expo)

Risale a pochi giorni fa la notizia secondo cui expo 2015 ha scelto Beretta come sponsor ufficiale per i salumi. Per l'occasione il presidente del Salumificio, Vittore Beretta, ha parlato della filosofia del "maiale felice"...
Pubblichiamo qui una lettera scritta da un'attivista in seguito alla notizia. 

Vittore Beretta in questo breve video sintetizza in maniera estremamente efficace, sia con lutilizzo delle parole che con la sua mimica facciale, il modo in cui lui e la sua azienda si relazionano agli animali. Animali che il signor Beretta ammazza in continuazione e con cui si arricchisce e riceve onori e fama.


Io, nella mia beata ignoranza, credevo che Beretta fosse semplicemente il nome del fondatore poi rimasto nel marchio Invece no! Sono 200 anni che i signori Beretta si tramandano larte di ammazzare maiali (e non solo) da generazione in generazione. In 200 anni hanno sempre trovato qualcuno, in famiglia, disposto a seguire le orme sanguinarie dellattività del padre. (Da quellorrendo cartone animato che si può vedere qui, e che racconta lepopea familiare, sembra che gli orgogliosi macellai Beretta siano tutti maschi anche se alcuni sposati con donne di altre famiglie di macellai).

Esistono famiglie di musicisti e insegnanti, di operai e notai, di avvocati e ladri ed esistono anche famiglie di ammazzatori di animali. Ammazzatori seriali. Persone che dedicano il loro tempo e la loro vita a cercare di uccidere il meglio possibile (riuscendoci). Tutto il tempo sono impegnati a comprare e uccidere animali e a trasformare le carcasse in prelibatezze gastronomiche cercando di sorvolare sul fatto che le due cose sono collegate.

Non ho nessuna idea di quanti maiali passino nei loro numerosi stabilimenti. Immagino uninfinità. Uninfinità inimmaginabile. Così tanti da rifornire una quindicina di stabilimenti in Italia e quattro allestero (negli USA e in Cina). Un vero colosso della grande distribuzione. Un colosso che, guarda caso, per nutrire il pianeta e produrre energia per la vita, è sponsor ufficiale dei salumi di Expo. (Grazie Expo ci hai fornito lennesima dimostrazione della tua strana idea di sostenibilità…)

Il signore Vittore, lultimo (o forse meglio dire lattuale) rampollo della famiglia, sta contribuendo a allargare e fortificare limpero. Nel video scherza senza vergogna sulla sofferenza e la morte di milioni di animali. Con la sua parlata brianzola da uomo comune e una faccia che emana cinismo dai pori della pelle, dice testualmente Il maiale felice è un maiale che è allevato correttamente, nel miglior modo possibile, facendolo veramente felice, perché dobbiamo essere grati a questo animale che ci permette, con il suo sacrificio, di gustare dei prodotti unici al mondo

A parte la traballantissima sintassi della frase e la tautologia (un maiale felice è un maiale felice), la cosa che mi ha disgustata e mi ha fatto rivedere il video dieci volte per cercare di capire meglio, è quel sorrisetto che compare sul suo volto quando pronuncia le parole perché noi dobbiamo essere grati a questo animale che ci permette, con il suo sacrificio…”.

Quel sorrisetto sarebbe da analizzare a fondo e ci si potrebbe scrivere un trattatello. Ci sta dicendo, con il linguaggio del corpo, che in realtà, di quegli animali, non gliene può fregare di meno. Dovendo giocoforza tirare in ballo gli animali (perché non si può parlare di maiale felice senza parlare del maiale) e intuendo che ci sia un piccolo iato tra il comune concetto di felicità e la morte - iato che fa intendere la fraudolenza e la bassezza di chi cerca di confondere e collegare i due termini - strizza locchio al consumatore carnivoro. Consumatore complice. Venditore Beretta e Cliente Tutti Noi sanno che i maiali non possono essere felici di vivere una vita di merda e morire una morte violenta e precoce ma, nonostante tutto, ci passano sopra con un sorrisetto. Il signor Beretta ha come dei sottotitoli che scorrono durante le sue parole: So che sto dicendo una stronzata megagalattica a questo intervistatore che sembra bersi le mie assurdità… Lo sanno tutti che dei maiali non ci frega niente Ma siccome adesso c’è la moda di far finta di preoccuparsi del benessere animale, devo inventare una balla qualsiasi per dire qualcosa che sembri ragionevole, che mi faccia sembrare un industriale sensibile e non il massacratore danimali quale orgogliosamente sono.

Insieme alla enorme balla di cui sembra non vergognarsi per nulla (cioè che il maiale gli permetterebbe di farsi ammazzare affinché noialtri possiamo gustare dei prodotti unici al mondo) sta prendendo per il culo anche le migliaia di persone che davvero sperano in un futuro meno crudele per gli animali.

Signor Vittore Beretta, con tutto il cuore, le dico sinceramente che il suo atteggiamento, per quel pochissimo che ho visto nel video (non oso neppure immaginare cosa lei sia in grado di dire - e purtroppo anche di fare - lontano dalle telecamere!) è rivoltante e disgustoso.
La sua attività è miserabile e mi domando se lei di notte riesca a dormire.
Ma temo di sì. E probabilmente bene.

Viva EXPO! Viva Beretta! Viva la Mamma!


Alessandra Galbiati