"I campi di lavoro forzati non sono poi cosi' male. Ce ne hanno fatto visitare uno al corso di addestramento di base. Ci sono le docce, e letti con i materassi, e attività ricreative come la pallavolo. Attività artistiche. Si possono coltivare hobby come l'artigianato, ha presente? Per esempio, fare candele. A mano. E i familiari possono mandare pacchi, e una volta al mese loro o gli amici possono venire a trovarla - Aggiunse: - E si può professare la propria fede nella propria chiesa preferita.
Jason disse, sardonico: - La mia chiesa preferita è il mondo libero, all'aperto." (Philip K. Dick)

martedì 8 ottobre 2013

A.A.A. cercasi nuovo ossimoro: "l'onnivoro etico"

L'industria della carne e dello sfruttamento animale è costantemente alla ricerca di nuove astuzie verbali per abbellire le mura esterne dei mattatoi.

E così, accanto alla più meno sottile denigrazione di chi ha scelto di non uccidere gli animali per mangiarli (vegefobia), spuntano come funghi le espressioni più curiose e - inconsapevolmente? - contraddittorie. "Macellazione compassionevole", "benessere animale", "allevamenti sostenibili"...

La più recente è stata introdotta in un articolo di Vanity Fair che cerca di magnificare il piacere di mangiare bistecche e, a quanto pare, anche quello di disprezzare i vegetariani (senza lesinare sullo spazio riservato a pubblicizzarei  macellai).
Si tratta di una nuova figura di consumatore alimentare: l'"Onnivoro etico".

Che cosa sono gli "Onnivori etici" (con la "o" maiuscola)?

Secondo l'articolo, sono "coloro mangiano carne in modo moderato, ma soprattutto 'giusto'. Benessere animale, rispetto delle risorse naturali, una dieta sana e varia, scelta del prodotto a Km Zero a 360°".

Le parole sono importanti.
Gli animali, invece, sembra proprio di no.