"I campi di lavoro forzati non sono poi cosi' male. Ce ne hanno fatto visitare uno al corso di addestramento di base. Ci sono le docce, e letti con i materassi, e attività ricreative come la pallavolo. Attività artistiche. Si possono coltivare hobby come l'artigianato, ha presente? Per esempio, fare candele. A mano. E i familiari possono mandare pacchi, e una volta al mese loro o gli amici possono venire a trovarla - Aggiunse: - E si può professare la propria fede nella propria chiesa preferita.
Jason disse, sardonico: - La mia chiesa preferita è il mondo libero, all'aperto." (Philip K. Dick)

lunedì 25 giugno 2012

Una visita a "Terra Madre": la capra



Tanti anni fa incontrai una capra: era la capra di Saba. Si erano parlati , la capra legata e il poeta, e il linguaggio universale del dolore per l'ingiustificabile costrizione aveva creato quella misteriosa solidarietà che rende tutti gli animali eguali. L'ho incontrata in altre sofferte occasioni e l'ultima volta risale a qualche giorno fa.

Durante la manifestazione allegra e colorata di Slow Food, Terra Madre, organizzata nel parco di Monza in una bella giornata di sole, lei era là. Dopo le lunghe file di ortaggi a Km zero, vini bio, giocattoli di legno non trattato e tutte le rigogliose offerte della natura e del territorio, eccola là in fondo. Qualcuno la rimestava nel pentolone, ridotta a pezzi, distribuita a prezzi "democratici" agli avventori ecocompatibili, tutti coscienziosi nel dividere i rifiuti, vetro carta organico, fieri della nuova moralità alternativa da trasmettere alla prole, se la gustavano ben bene, poca ma buona, bio allevata, fa bene alla salute e non inquina.



La capra, come la capra di Saba, piangeva ma nessuno l'ascoltava. Il branco di incapaci di intendere le grida innocenti, non poteva udire il belato proveniente dai piatti insanguinati.

Si credevano e si credono i demiurghi di un mondo in cui tentano disperatamente di trovare un equilibrio, senza neppure avere un' idea vaga di giustizia. Si riempiono la bocca di tanti paroloni, fra un boccone e l'altro, equosolidarità, diritti dei lavoratori, benessere animale, ecosostenibilità, e tutto quanto determina l'agognato rovesciamento delle abitudini, che però nasce dalla stessa causa che affolla i macelli: la mania di regolare la vita e la morte secondo l'illusione della centralità delle umane necessità, perlopiù triviali. 

Slow delirio! Slow violenza!